Via San Benigno, chiude il mercato ma restano gli ambulanti
Cinque bancarelle ancora presenti al mercoledì: pagano il triplo e devono portare via tutti i rifiuti. "Ma se le auto occupano i posti, il carro attrezzi non esce più"
In via San Benigno, ufficialmente, non c'è più il mercato del mercoledì: è chiuso dal 31 dicembre 2012. Troppe poche bancarelle, troppo alti i costi dello smaltimento dei rifiuti chiesti dall'Amsa. Ma alcuni ambulanti ci sono ancora. Tutto secondo le leggi, ovviamente.
Erano otto gli ambulanti regolari, a cui si aggiungevano alcuni che - a quanto sembra - pagavano il dovuto soltanto quando c'erano controlli, cioè una volta ogni tanto. Di questi otto, tre hanno accettato destinazioni alternative. Cinque, invece, non ne hanno voluto sapere. E così il comune ha proposto loro di trasformare la postazione di mercato in posto fisso, ogni mercoledì, per dodici ore a scelta. Ad esempio dalle otto e mezza di mattina alle otto e mezza di sera. Pagando il triplo di prima, quindi circa 1.200 euro all'anno anziché 400, e garantendo di non lasciare nemmeno un rimasuglio di rifiuti, perché Amsa - non essendoci più il mercato - non passa più a pulire.
Cinque ambulanti hanno accettato e ora "animano" via San Benigno ogni mercoledì. "Sono affezionata a questa via", dice a MilanoToday una merciaia che abbiamo incontrato mercoledì 16, verso le sette di sera, mentre cominciava a rimettere nel camioncino le sue confezioni di intimo. A quell'ora era rimasta da sola. "Paghiamo il triplo di prima ma per il momento ci va bene, poi faremo i nostri conti".
E la gente del quartiere (via Amadeo, via Tajani, via Marescalchi) sembra gradire. "Due signore sono venute mezz'ora fa e mi hanno detto che si erano vestite apposta per vedere se c'ero ancora", racconta sempre la merciaia. E non sono le sole. Nel quartiere nessuno voleva che il mercato chiudesse, ma i costi per il comune erano diventati insostenibili. 75mila euro all'anno, più o meno. In consiglio comunale Palmeri (Nuovo Polo) e Lepore e Morelli (Lega) avevano provato a chiedere all'amministrazione se si era fatto qualcosa per cercare di ridare vita al mercato, ad esempio provando a riassegnare gli stalli rimasti vuoti nel tempo. Ma il destino sembrava segnato.
E invece alcune bancarelle resistono. La merciaia conclude: "Per quanto mi riguarda, se questo posto non varrà più la pena, vorrà dire che me lo ripagherò con gli altri mercati che faccio altrove. Ripamonti al venerdì o Tabacchi al sabato, ad esempio. Il problema è che, se mi trovo le macchine parcheggiate nel mio posto al mercoledì, adesso il carro attrezzi non esce più".